INDIETROAVANTI SUONATORE DI FLAUTO A SAN GIMIGNANO (SI) Era luglio quel giorno che visitammo per la prima volta San Gimignano. Meraviglioso, il suo borgo antico ci fa ritornare indietro di colpo nel medio evo, tutto, o quasi, sembra si sia fermato a quell’epoca. Arrivammo in piazza della cisterna, una gentil Signora in abiti cinquecenteschi suonava l’arpa, ci sedemmo sui gradini di un porticato di fronte a lei, la mia mente vagava libera accompagnata da quelle note che salivano verso l’alto, rimbalzando sui muri entrandoti dentro. Ci spostammo di poco, un altro musicante, in un angolo della piazzetta di fianco al duomo, stava lì in piedi, vestito con abiti simili ai nostri, abiti di chi viaggia, di chi si sposta di continuo. Mi colpì il fatto che un uomo così semplice, un po’ estroso, vestito da viandante potesse suonare il flauto così bene, quel suono così tipico, ora dolce nelle arie melodiche, antiche, ora grave e poi acuto, quasi graffiante, (dell’aria quando corre nello strumento) svolgendo musica moderna. Salimmo in cima alla torre più alta e quel suono ci accompagnava gradino dopo gradino, da lassù il paesaggio, tutto il borgo sottostante e quelle note del musicante, laggiù nella piazzetta, ci fece venire i brividi. Fu così che ci innamorammo di quel borgo e della Toscana. Donghi Giuseppe |